giovedì 25 ottobre 2007

Forza De Magistris!

Rialziamo il livello.
Faccio appello a tutti per essere vicini almeno moralmente e con il supporto dei nostri "buoni propositi" ad uno di quelli che, ogni tanto, passano tra le scene politcoeconomichetelevisive in rappresentanza della parte onesta di questo popolo italiano che oggi fa sentire la sua voce perchè vede uno spiraglio di luce in un sistema totalmente avverso che, come è successo nel passato, non esita ad eliminare il personaggio scomodo (vedi Falcone, Borsellino, ecc..). Il Sig. Luigi de Magistris, napoletano dal 1967, è un magistrato italiano, uno di quelli scomodi però, che rappresenta la pubblica accusa in uno dei "territori più caldi" del panorama italiano e segue le inchieste relative a magistrati della Basilicata.
Si è sempre occupato di casi di corruzione nella pubblica amministrazione e sui rapporti tra criminalità e politica: un'accoppiata "vincente". Le ultime inchieste lo hanno portato alla ribalta su tutti i TG; un successo così grande a tal punto da fargli recapitare una busta con un proiettile all'interno con scritto "il prossimo sarà per te". Sapete chi l'ha mandato? I soliti di Falcone, ecc... E chi sono? Beh, vedete voi. Dal 2003 è oggetto di interrogazioni parlamentari da parte del Parlamento che ne sostengono l'incompatibilità ambientale e ne chiedono l'allontanamento da Catanzaro. In una di queste interrogazioni l'ex senatore di Alleanza Nazionale, Ettore Bucciero, (quindi non sono l' "amato" Mastella) ha chiesto e ottenuto - nel gennaio 2006 - un'ispezione ministeriale a carico del PM. L’ultimo terremoto giudiziario si svolge attraverso le 275 pagine del decreto di perquisizione firmato dal nostro Luigi De Magistris in Calabria; 24 indagati per associazione per delinquere, truffa, corruzione e - per 10 di loro - violazione della legge Anselmi sulla massoneria (dicono che: in Calabria gli intrecci affaristici tra politica, imprenditoria, massoneria e poteri occulti rappresentano, ormai, un sistema collaudato, con radicati e consolidati rapporti a Roma). E una raffica di perquisizioni. Nell’inchiesta anche due persone che per il Pm sono vicine a Romano Prodi: Franco Bonferroni, nel Cda di Finmeccanica, e Piero Scarpellini. Il primo è «uomo cerniera tra sistema bancario e politica, in grado di far ottenere commesse bancarie nei momenti topici delle operazioni finanziarie».
L’amico di Prodi: Scarpellini, per De Magistris, «insieme al figlio rappresenta persona di assoluta fiducia del premier Prodi», di cui Piero «è consulente, con base a San Marino, e sembra avere una passione per gli affari tra Italia e nord Africa». Palazzo Chigi precisa: è «un consulente non pagato». Ma a settembre scorso L’Espresso ne sottolineava il ruolo nei rapporti tra Italia e Libia, ricordando l’amicizia con Prodi e il fatto che «gira spesso su auto della presidenza del Consiglio». Inoltre, «suo figlio Alessandro, 30enne che ha studiato un anno in Libia, è dal 2004 il portaborse di Prodi».
Indagati anche quattro politici, tra cui il vicepresidente del consiglio regionale calabrese Nicola Adamo, Ds. Coinvolti anche il capo di stato maggiore della Guardia di finanza Paolo Poletti, per un presunto affare relativo all’informatizzazione degli archivi Gdf, nonché il capocentro del Sismi a Padova e una dipendente del Cesis. L’inchiesta scava su presunti sperperi di denaro pubblico. «I patti illeciti - scrive il Pm - si verificano soprattutto nell’approvazione dei contratti d’area e di programma, ove significativo dal punto di vista investigativo è apparso l’asse Ds-Udc». Tra gli esempi, un finanziamento di 300 milioni arrivato all’Udc per l’appalto dell’ospedale di Vibo Valentia. Personaggio cardine dell’inchiesta è Antonio Saladino, referente al Sud per la Compagnia delle Opere e in grado di «controllare» la Cisl calabrese. Di lui De Magistris scrive: «È posto al centro di un potere politico-economico non discutibile. In virtù dell’incarico direttivo alla Cdo manifesta una conoscenza verso esponenti politici di riferimento nazionali e regionali di prim’ordine». Per il magistrato «il sistema consisteva nella possibilità di ottenere lavori e in cambio Saladino assumeva le persone segnalate dai politici che glieli facevano ottenere».
Non solo politici, ma anche carabinieri, questori, prefetti, magistrati, imprenditori. E un vescovo al quale Saladino prova a «sistemare» la nipote. Una rete di rapporti impressionante. Tra le persone eccellenti da «accontentare» Saladino annovera, per il pm Donato Veraldi, europarlamentare della Margherita, l’ex presidente Chiaravalloti, il deputato Pino Gentile, Adamo e la moglie, l’imprenditore Pietro Macrì («uomo vicino all’area di Prodi»). Ma ci sono relazioni anche «con l’onorevole dei Dl Gigi Meduri (sottosegretario alle Infrastrutture), al quale Saladino e il suo socio Franzé hanno assunto tramite la società di lavoro interinale Why Not. Sempre Saladino, avrebbe avuto rapporti «ravvicinati» con i seguenti politici nazionali: Pisanu, Cesa, Gasparri, Alemanno, Dini, Rutelli, Mastella, Cuffaro, Soru, Minniti, Bassolino, Formigoni, Amendola, Galati «e con il professor Rossi, pugliese, persona vicina al ministro D’Alema». È comunque Adamo per il Pm il politico più attivo nel segnalare le persone da assumere.
Insomma un agglomerato convulso di nomi "illustri" per arrivare dove? Al solito: prima l'intimidazione con il "piccolo investimento" (il proiettile), poi il tentativo di insabbiare tutto o spostare altrove l'interessato (magari in un tribunale a Lampedusa) e poi....beh la solita triste storia. Questa volta però siamo tutti con te DE MAGISTRIS!!

Nessun commento: